La Ministra delle Pari Opportunità deve procedere con urgenza all’approvazione di una Strategia LGBTI completa di date, risorse e attività di valutazione, per raggiungere entro il 2025 la parità di trattamento per tutte e tutti.
Aggiornamento – 6 ottobre 2022: dopo 7 anni d’attesa l’Italia s’è oggi dotata d’una nuova Strategia nazionale LGBT+ per il quadriennio 2022-2025. Nel documento mancano riferimenti dettagliati a scadenze, risorse e alla necessaria attività di monitoraggio, continueremo quindi a vigilare affinché gli impegni contenuti nella Strategia vengano rispettati.
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Aggiornamento – 21 dicembre 2021: oggi la ministra per le Pari opportunità ha annunciato che all’inizio del 2022 l’Italia avrà una nuova strategia nazionale Lgbti. In attesa dell’approvazione ufficiale, è essenziale aumentare la pressione per assicurarsi che la Strategia contenga impegni con scadenze precise, risorse adeguate e la necessaria attività di monitoraggio.
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All’indomani dello spettacolo offerto dal Parlamento sul Ddl Zan, è necessario che tutto il Governo e il dipartimento per le pari opportunità e la famiglia in particolare, ridiano fiato a quelle politiche avviate con l’adozione della 1° Strategia nazionale LGBT (2013-2015), recependo la Raccomandazione CM/Rec (2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa che si impegna a tutelare i diritti della comunità LGBT promuovendo la parità di trattamento e un piano operativo contro le discriminazioni.
Si trattava di misure e azioni concrete per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere nei seguenti campi:
- Educazione e Istruzione, in particolare per ciò che concerne la prevenzione e il contrasto dell’intolleranza e della violenza e del bullismo omofobico e transfobico;
- Lavoro, per ciò che attiene la discriminazione nell’accesso al lavoro e le condizioni di lavoro, differenziando tra la situazione di persone gay e lesbiche rispetto a quella delle persone transessuali e transgender; in particolare attenzione è posta al problema della “visibilità” di queste ultime, nonché alla promozione di politiche di diversity management e di azioni positive finalizzate all’inclusione socio-lavorativa;
- Sicurezza e Carceri, in relazione alla sicurezza e alla protezione dalla violenza delle persone LGBT e alla prevenzione e contrasto dei “crimini d’odio”, con particolare attenzione alla informazione e sensibilizzazione delle Forze dell’Ordine e del personale dell’amministrazione penitenziaria;
- Media e Comunicazione per il contrasto degli stereotipi e dei pregiudizi nella rappresentazione delle realtà LGBT, che alimentano l’intolleranza, la discriminazione e la violenza, con particolare attenzione al contrasto del cosiddetto “discorso d’odio”.
L’applicazione di queste azioni hanno svelato tutte le positività e tutte le criticità esistenti nel nostro Paese. Una nuova strategia più ampia e più efficace, grazie alle lezioni apprese con l’implementazione della prima strategia, si sarebbe dovuta varare subito. Invece, dopo sei anni, non se n’è vista neanche l’ombra!
Nel novembre 2020 la Commissione Europea ha reso pubblica la 1° “Strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025”.
Presentando quel documento, la Commissaria all’eguaglianza Dalli ha chiaramente invitato gli stati membri a sviluppare la loro strategia LGBTI offrendo il sostegno della Commissione europea. Ma l’Italia ha continuato a ignorare questo invito e quest’offerta rimanendo ancorata a un immobilismo ormai cronico sui diritti.
Dopo l’affossamento del Ddl Zan, non ci sono più scuse. L’Italia deve varare una nuova strategia LGBTI prendendo esempio dalla Commissione europea.
Dai uno sbocco costruttivo alla rabbia per quanto accaduto sul Ddl Zan e firma questa petizione per aumentare la pressione sul governo affinché vari una nuova Strategia nazionale LGBTI.
Aderiscono a questa campagna: Arco, Gaynet, Agedo Nazionale e Associazione LGBTI italiana - Arcigay.