Le "terapie riparative" sono un insieme di pratiche dannose, pericolose e pseudo-mediche volte a "curare" l’omosessualità. L’Olanda deve approvare al più presto la proposata di legge per vietarle presentata il 14 febbraio.
Secondo uno studio presentato al Parlamento olandese, ci sono 15 organizzazioni nei Paesi Bassi che praticano "terapie riparative". Queste "terapie" sono un insieme di pratiche dannose, mentalmente e fisicamente pericolose, inutili e pseudo-scientifiche volte a "curare" l'omosessualità, la bisessualità o la transessualità. Tale "cura" è impossibile, poiché l'orientamento sessuale e l'identità di genere non sono una malattia, sono tutte variazioni di norme biologiche e morali. Le pratiche utilizzate in tali "cure" sono notoriamente inutili e fraudolente, oltre che dannose per la salute mentale e fisica delle persone LGBT+, specialmente i giovani che possono essere costretti a tale "trattamento" dai loro genitori. È terribile e disgustoso che nei Paesi Bassi, uno dei paesi più sviluppati e liberali, esistano ancora queste cose medievali.
Il 14 febbraio 2022, i partiti politici VVD e D66 hanno introdotto una nuova proposta di legge che dovrebbe vietare le dannose e medievali "terapie riparative" nei Paesi Bassi. Una grande mossa che avrebbe dovuto essere fatta nei Paesi Bassi 20 anni fa, ma meglio tardi che mai. Ad oggi, le "terapie riparative" sono vietate in Canada, Nuova Zelanda, alcuni stati negli USA, in parte in Germania, Francia, Malta. I Paesi Bassi hanno il dovere di unirsi finalmente a questi paesi e di vietare al più presto le "terapie riparative" per proteggere i diritti e la salute delle persone LGBT+ e soprattutto dei giovani. Il progetto di legge, introdotto il 14 febbraio, deve essere approvato entro il 2022.