Firma ora per vietare le cosiddette “terapie riparative” e garantire il diritto universale all’orientamento sessuale e all’identità di genere anche in Italia.
L’identità di genere e l’orientamento sessuale sono a pieno titolo diritti fondamentali della persona che si realizzano nella vita di relazione, come dice la Corte Costituzionale.
Tuttavia, c’è chi si ostina a ignorarlo e tenta di “modificarli” o “correggerli” prendendo di mira le persone lesbiche, gay, bisessuali, asessuali, transgender, non binarie e chiunque manifesti espressioni di genere considerate non conformi a una presunta normalità.
Si tratta di sedicenti professionalità in ambito sanitario, di soggetti vicini all’estremismo religioso, consulenti che a vario titolo mettono in atto trattamenti subdoli e invasivi, supportati da una sempre più diffusa retorica della devianza nei confronti di qualsiasi diversità che mette in discussione le libertà individuali di ogni persona.
La scienza, da almeno un trentennio, consideri l’omosessualità e la bisessualità varianti naturali del comportamento umano e l’identità di genere, anche quando non congruente rispetto al sesso assegnato alla nascita, viene annoverata come una mera condizione della sessualità umana, senza alcuna diagnosi di malattia (Organizzazione Mondiale della Sanità 1990 e 2019).
Secondo gli ultimi dati della FRA (European Union Agency for Fundamental Rights - EU LGBTIQ Survey III), il 24% delle persone LGBTIQ in tutta Europa ha sperimentato le pratiche di conversione, mentre il 3% ne è stato sopraffatto. In Italia la percentuale è del 18%, 1 persona su 5, che corregge in peggio la stima del 10% della Società Italiana di Andrologia (2020).
Queste pratiche provocano danni alla salute psicofisica delle persone e sono associate a un aumento del rischio di suicidio (Rapporto dell'Esperto indipendente delle Nazioni Unite del 2020).
Tra i tentativi di conversione sono stati documentati: somministrazione di ormoni, ricorso alla masturbazione forzata, terapie del dolore, ipnosi, internamento in cliniche, campi e centri, pseudo consulenze psicologiche e religiose, esorcismi e persino elettroshock.
Le Nazioni Unite le hanno definite trattamenti disumani e degradanti, paragonabili alla tortura.
Alcuni paesi – come Canada, Ecuador, Nuova Zelanda, Malta, Germania, Francia, Grecia, Spagna e Cipro – hanno già approvato leggi che vietano queste pratiche, mentre in Italia non esiste neppure una norma che protegga la salute, il benessere e i diritti delle persone LGBTQIA+, lasciandole esposte a ogni sorta di rischio proveniente dai tentativi di modificarle.
Il Parlamento Europeo, l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa si sono più volte espressi sulla necessità di vietare queste pratiche.
Firma questa petizione per sostenere il progetto di legge che proibisce tutte le forme di "terapie riparative”, riconoscendo e tutelando la libertà, l'uguaglianza e la salute di ogni individuo, indipendentemente dal suo orientamento sessuale o identità di genere.
Realtà promotrici: Gaynet – Formazione e Comunicazione sui temi LGBTQIA+, Rete Lenford - Avvocatura per i diritti LGBTI+, ARCIGAY – Associazione LGBTI+ Italiana, MIT - Movimento Identità Trans, AGEDO – Associazione genitori, parenti, amiche e amici di persone LGBT+, Libellula Italia APS, Gender X, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno – Associazione genitori omosessuali, Rete Genitori Rainbow, Genderlens, ALFI – Associazione Lesbica Femminista Italiana, ARCO - Associazione Ricreativa Circoli Omosessuali, AGAPANTO aps. Anzian* LGBTQ+, I Sentinelli di Milano, AMIGAY aps, CEST Centro Salute Trans e Gender Variant, NUDI – Nessuno Uguale Diversi Insieme, TGenus, EDGE LGBTI+ leaders for change, Cammini di Speranza, Tenda di Gionata, Dì Gay project, Omphalos LGBTI, Possibile LGBTI+, Antinoo Arcigay Napoli, Pride Vesuvio Rainbow, Pochos, Napoli Pride, Vesuvio Pride e Coordinamento Campania Rainbow.