Un figlio gay non è mai un dispiacere.

Dopo le dichiarazioni del Presidente del Senato sul presunto dispiacere che arrecherebbe l’eventualità di scoprire che il proprio figlio è gay, vogliamo garanzie che i valori della nostra Carta Costituzionale siano garantiti e difesi.

Durante l’intervista televisiva andata in onda nel programma Belve, condotto dalla giornalista Francesca Fagnani, il Presidente del Senato, l'On. Ignazio Benito Maria La Russa, ha fatto una grave affermazione relativa al presunto dispiacere che arrecherebbe l’eventualità di scoprire che il proprio figlio è gay. Al di là di quel che pensa l’On. La Russa, che evidenzia comunque una limitata sensibilità verso la vita di chi non è conforme ai suoi standard esistenziali, quanto affermato dalla seconda carica dello Stato è vieppiù grave perché espressione di una figura di garanzia che dovrebbe interpretare il proprio delicatissimo ruolo istituzionale in maniera imparziale ed equidistante, conscio della responsabilità pubblica attribuita alla propria figura di massimo rappresentante dello Stato e dei valori democratici, dettati dalla nostra Costituzione che esclude qualsiasi forma di violenza e vieta qualsiasi forma di fascismo. Come possiamo guardare fiduciosamente al futuro, pur assistendo ancora a gravissimi episodi di violenza e isolamento delle persone LGBT+ in ambito familiare, nelle scuole o sui luoghi di lavoro, se le stesse Istituzioni, a cui ci rivolgiamo per chiedere tutele e promuovere il necessario avanzamento dei diritti nel nostro Paese, sono rappresentate da figure che nella migliore delle ipotesi restano indifferenti alla nostra vita e ai sentimenti di milioni di cittadini e di cittadine? 

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Al Presidente della Repubblica Italiana:

La grave esternazione del Presidente del Senato, On. Ignazio Benito Maria La Russa, relativa al presunto dispiacere che arrecherebbe l’eventualità di scoprire che il proprio figlio è gay, suscita in noi profondissimo sconforto e dolorosa amarezza.
Ci chiediamo e le chiediamo – certi di trovare in lei attenzione e comprensione verso lo sgomento che percepiamo – come si conciliano le politiche promosse dalle nostre Istituzioni, locali, nazionali ed europee per contrastare ogni forma di odioso pregiudizio ed esecrabile discriminazione nei confronti della comunità LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans) con la triste e intollerabile confessione televisiva della seconda carica dello Stato?

A Lei Presidente chiediamo di far sentire la sua voce a tutela dei valori della nostra Carta Costituzionale, a partire dai diritti inviolabili dell’Individuo, quei principi di eguaglianza, autodeterminazione e di non discriminazione che nessuno ha il diritto calpestare e umiliare, come di contro brutalmente e violentemente è stato fatto dal Presidente del Senato della Repubblica con la sue ultime agghiaccianti esternazioni pubbliche.


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