In oltre 60 Paesi essere LGBT+ è ancora illegale e in 10 può costare la vita. Questo non è più accettabile. L’Italia deve fare di più per legalizzare l’amore in tutto il mondo.
Aggiornamento – 6 marzo 2025: Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, dice di voler rompere con i regimi che criminalizzano l'omosessualità, ma il suo partito attacca ogni giorno la nostra comunità in Italia e il suo governo stringe accordi con governi che criminalizzano l’amore. Se il governo crede davvero nella libertà e nei diritti umani, deve dimostrarlo con i fatti. Chiediamo che l’Italia nomini un nuovo Inviato Speciale per i Diritti Umani delle persone LGBT+ e agisca per proteggere chi rischia la vita solo per essere sé stesso.
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Aggiornamento – 19 febbraio 2024: da quando Fabrizio Petri ha lasciato l’incarico d’Inviato Speciale per i Diritti Umani delle persone LGBT+ a febbraio 2024 per diventare Ambasciatore a Montevideo, l’Italia è senza un Inviato Speciale per i Diritti Umani delle persone LGBT+. Il ministro Tajani ha scelto di non nominare nessuno al suo posto, lasciando i diritti LGBT+ fuori dall’agenda della politica estera. Ma in oltre 60 Paesi essere LGBT+ è ancora illegale e in 10 può costare la vita. L’Italia non può restare a guardare: firma ora per chiedere al governo di difendere l’amore ovunque.
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Secondo ILGA World, il 35% degli Stati membri dell’ONU criminalizzano l'attività sessuale consensuale tra persone dello stesso sesso. La maggior parte di questi sono in Africa, Medio Oriente e Asia centrale e molto vicini all’Italia. In tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo a Sud dell’Italia, Paesi molto rilevanti nei nostri rapporti di vicinato, l’amore è illegale.
A oggi, molte delle leggi che criminalizzano forme non eteronormative di sessualità sono state influenzate da leggi e valori secolari dei regimi coloniali europei. Nei paesi a maggioranza musulmana queste influenze, operano in tandem con interpretazioni letterarie della Sharia che ispira direttamente o indirettamente anche i paesi che ancora impongono la pena di morte per rapporti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso.
I governi spesso liquidano queste disposizioni come "dormienti", ma le leggi non dormono mai veramente: la natura imprevedibile della loro applicazione fa sì che le persone LGBT+ vivano perennemente sotto minaccia. La scusa delle disposizioni "dormienti" è usata anche per rigettare richieste d’asilo qui da noi in Italia.
In molti casi, le espressioni di genere non conformi sembrano essere gli elementi centrali che fanno scattare gli arresti, anche quando la legislazione non li prende esplicitamente di mira.
Riconosciamo alla Farnesina e al ministro degli Esteri Di Maio il merito di aver istituito la figura dell’Inviato Speciale per i Diritti Umani delle persone LGBT+ nel 2021. Questa scelta politica pone l’Italia in un ristrettissimo gruppo di Paesi con posizioni simili: Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Argentina.
Ora è fondamentale che l’Italia colga quest’opportunità e faccia tutto quanto è in suo potere per sanare la piaga antistorica della criminalizzazione delle vite LGBT+.
Si tratta di un lavoro complesso, ma le democrazie liberali d’Occidente che si sono dotate degli strumenti adeguati come l’Italia possono (e devono) esercitare una diplomazia calibrata per raggiungere al più presto quest’obiettivo.
Firma questa petizione per chiedere all’Italia di fare tutto ciò che è in suo potere affinché tutti siano liberi di amare in tutto il mondo.
Questa campagna è condotta in collaborazione con Globe - MAE, Gaynet Italia, Agedo Nazionale, Cammini di Speranza, associazione nazionale persone LGBT+ cristiane, I sentinelli di Milano, Famiglie Arcobaleno, Associazione Quore, Omphalos LGBTI+, ARCO, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, ALFI - Associazione Lesbica Femminista Italiana, Libellula APS, Arcigay, EDGE, Rete Lenford | Avvocatura per i diritti LGBTI, Associazione NUDI – Nessuno Uguale Diversi Insieme, Rete Genitori Rainbow, Movimento Identità Transessuale (MIT), Gay Center e A Buon Diritto Onlus.