Iraq: stop alla mortifera legge anti-LGBT+

L'Iraq potrebbe presto approvare una delle leggi anti-LGBT+ più dure al mondo, che minaccia di morte le persone LGBT+ e i loro sostenitori.

Aggiornamento – 27 aprile 2024: oggi il Parlamento iracheno ha approvato degli emendamenti alla legge contro il lavoro sessuale che impongono pene severe per le relazioni omosessuali e vietano la "promozione" delle relazioni tra persone dello stesso sesso, analogamente a quanto avviene in Russia. Questa legge, che originariamente proponeva la pena di morte, ora sottopone le persone LGBT+ e i loro alleati a pene fino a 15 anni di carcere. Le persone transgender sono minacciate, poiché la nuova legge criminalizza chiunque abbia bisogno di una transizione con una pena fino a tre anni di carcere. La comunità di All Out ha generosamente donato per evacuare le persone a rischio. Continuiamo a lottare per i diritti e la sicurezza della comunità LGBT+ in Iraq.

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Il Parlamento iracheno sta attualmente esaminando una proposta di emendamento che rappresenta una delle più gravi minacce legali alla comunità LGBT+ nella storia recente. Avviato da Raad Al-Maliki il 15 agosto 2023, il Parlamento iracheno ha discusso, l'1/2/2024, il primo emendamento alla proposta di legge n. (8) del 1988 contro la prostituzione. L'emendamento si allinea ai "valori sociali del popolo iracheno" e mira a ridefinire la "perversione sessuale" all'interno dell'attuale "Legge sulla lotta alla prostituzione", con il potenziale risultato di criminalizzare le relazioni omosessuali e le identità transgender con pene severe fino alla condanna a morte.

Le ripercussioni di questa legge sarebbero devastanti, non solo criminalizzando l'esistenza delle persone LGBT+, ma anche punendo gli alleati e i difensori dei diritti umani con misure estreme, compresa la morte. L'emendamento equipara le relazioni omosessuali alla "perversione sessuale" e prevede la chiusura di qualsiasi organizzazione o istituzione che sostenga i diritti LGBT+, emarginando ulteriormente la comunità e mettendo a tacere i suoi sostenitori.

Coloro che esprimono identità transgender sono criminalizzati per "imitazione di donne", mentre l'uso del termine "genere" nelle istituzioni statali e nelle organizzazioni della società civile e l'uso di ormoni sono vietati.

Questa proposta di legge contraddice l'impegno costituzionale dell'Iraq per l'uguaglianza e gli standard internazionali sui diritti umani. È una situazione terribile, con il voto che incombe e innumerevoli vite in bilico. Dobbiamo agire rapidamente per impedire che questa legge draconiana entri in vigore.

È fondamentale essere uniti nella protezione dei diritti umani e offrire sostegno a coloro che sono a rischio di persecuzione. Vi invitiamo a firmare questa petizione, sollecitando il Parlamento iracheno e il Presidente Abdul Latif Rashid a respingere completamente questo emendamento. Chiediamo inoltre l'intervento della comunità internazionale per preservare il diritto umano fondamentale alla vita. La tua firma significa una richiesta di giustizia e un rifiuto di leggi che criminalizzano l'amore e l'espressione di sé.

Questa campagna è condotta da Guardians of Equality Movement (GEM) in collaborazione con Gala Iraq.

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Obiettivo: 40.000

Parlamentari iracheni, Presidente dell'Iraq, Abdul Latif Rashid, e comunità internazionale

I sottoscritti esprimono profonda preoccupazione per la proposta di emendamento alla "Legge sulla lotta alla prostituzione" dell'Iraq. Questa legislazione, che criminalizza le relazioni tra persone dello stesso sesso, le identità transgender e introduce la pena di morte per il sostegno alle persone LGBT+, rappresenta una palese mancanza di rispetto per i valori di uguaglianza, non discriminazione e privacy sanciti dalla Costituzione irachena e dal diritto internazionale.

Vi invitiamo a respingere inequivocabilmente questa proposta di emendamento. La promulgazione della legge non solo metterebbe in pericolo la comunità LGBT+, ma offuscherebbe anche la reputazione dell'Iraq come nazione che onora i diritti e la dignità dei suoi cittadini.

Invitiamo inoltre la comunità internazionale a esercitare pressioni diplomatiche sul governo iracheno affinché fermi questa legge e protegga la vita e la dignità umana, soprattutto delle minoranze, permettendo loro di vivere con dignità e di svolgere il proprio ruolo nella società senza alcuna discriminazione.


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